Divieto detenzione armi e separazione coniugale
- 3 Gennaio 2019
- avvocatok
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Quando si è in presenza di liti familiari e denunce, per arrivare al divieto detenzione armi bisogna capire se le prime sono fondate oppure mendaci.
In generale, la conflittualità intrafamiliare giustifica il ritiro delle armi della persona interessata (pensiamo alla situazione concreta dove due persone, legate da un vincolo sentimentale e di coabitazione, finiscono per minacciarsi e querelarsi reciprocamente).
Questo accade perché i provvedimenti che vengono assunti dall’amministrazione hanno una finalità preventiva: si tratta di iniziative tendenti a prevenire i delitti che potrebbero nascere dalla disponibilità delle armi.
Quindi è legittimo il divieto di detenerle (e la revoca della licenza di porto d’armi) nel caso di conflittualità nei rapporti familiari, dove questi vengono inquinati da minacce, lesioni e querele.
Quello sopra illustrato in sintesi è il criterio generale.
Ultimamente, però, il Tar Firenze è intervenuto nella delicata materia con la sentenza n. 1658 del 19.12.2018, specificando che il principio di massima non può essere applicato sempre in modo meccanico ed acritico.
Ogni caso va visto nella sua peculiarità!!!
IN PRATICA COSA FARE???:
Tutte le volte in cui la persona interessata si trova di fronte ad un divieto detenzione armi frutto di un’indagine superficiale della vicenda familiare, il consiglio che si può dare è di presentare il ricorso amministrativo mettendo in luce, ad esempio, la falsità di una denuncia querela, oppure l’inesistenza di comportamenti violenti del ricorrente.
( fonte: Studio Cataldi )
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