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Ex moglie: reddito di cittadinanza o mantenimento?

All’ex moglie separata, quando entrerà in vigore il reddito di cittadinanza, converrà ancora percepire il mantenimento dal marito?
 L’obiettivo del reddito di cittadinanza è consentire a tutti di disporre di un reddito mensile non inferiore a 780 euro. Tutto chiaro, ma cosa succede nel caso dell’ex moglie che dipende dall’assegno di mantenimento da parte del marito? Conviene continuare a battere cassa all’ex o è meglio attivarsi e cercare lavoro, accettando per un periodo l’aiuto statale?
Cosa accade in caso di separazione?
  • Se l’ex moglie dovesse percepire un assegno di mantenimento superiore a 780 euro (importo minimo che deve essere garantito a tutti i cittadini), le verrà sicuramente precluso l’accesso al reddito di cittadinanza.
  • Se invece la misura dell’assegno dovesse essere inferiore a questa soglia, con il reddito di cittadinanza potrebbe solo sperare in un’integrazione, per raggiungere l’importo di 780 euro.
  • Infine se la moglie separata dovesse essere disoccupata e volesse riprendere a lavorare, beneficiando, fino a quando non avrà un contratto di lavoro, del reddito di cittadinanza, potrebbe accordarsi con il marito, rinunciando all’assegno di mantenimento e contrattando magari, la disponibilità della casa famigliare o un aiuto per pagare le utenze.

Cosa accade in caso di divorzio?

Nel momento in cui si parla di divorzio e non più di semplice separazione, se la moglie dovesse ottenere il reddito di cittadinanza, il marito potrebbe chiedere al giudice di annullare o ridurre il mantenimento alla ex. Richieste che, stando agli ultimi orientamenti giurisprudenziali, che vorrebbero le donne tutte autonome e lavoratrici, potrebbero anche essere accolte.

Quindi assegno di mantenimento o reddito di cittadinanza?

Logicamente se si parla di una coppia giovane che si separa, se la donna dovesse avere alle spalle delle esperienze lavorative, non le sarà difficile dal punto di vista pratico e psicologico accettare di rimettersi in gioco, cercare un lavoro e optare così per il reddito di cittadinanza.

Il discorso cambia quando la ex moglie è già avanti con l’età e si è occupata per tutta la vita del marito e dei figli. In questi casi è illogico e irrealistico pretendere da una donna di una certa età, di mettersi a lavorare dopo che per tutta la vita, impegnata a tirare avanti la famiglia, è stata “costretta” a trascurare desideri e aspirazioni. In questi casi quindi, meglio continuare a percepire l’assegno di mantenimento del marito, anche perché, non solo il reddito di cittadinanza potrebbe prevedere requisiti che non fanno rientrare le ex tra i possibili beneficiari, ma soprattutto perché non è detto che questa misura, una volta introdotta, non possa essere cancella dal Governo successivo.

( fonte: Studio Cataldi 23.12.2018)

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